La zucca dei re

di Emanuela Nava

C'era una volta un re dispettoso, tanto dispettoso, da non volere che le sue tre figlie si sposassero.
"Marina" diceva alla prima "con quel naso a zucchina, neppure con uno zuccotto riusciresti a far fagotto."
Poi, rivolto alla seconda.
"Mariuccia, con quella bocca a forma di buccia, neppure con un reuccio riusciresti a stare in un cantuccio."
E alla terza:
"Manuela, con quella faccia fatta a mela, neppure con un melone riusciresti nell'operazione."
A quei discorsi, le tre principesse diventavano pallide pallide.
"Rimarrò senza marito," diceva la prima.
"Rimarrò senza marito," diceva la seconda.
"Rimarrò senza marito," diceva la terza.
"Rimarrete zitelle." diceva il re.
Così, pallide pallide, zitelle zitelle, rimanevano zitte zitte a guardarsi nelle occhi.
Un giorno fortunato, però, quando negli occhi non erano rimaste più lacrime per piangere, arrivò Fatabuona.
"Cosa vi succede principessine?" chiese Fatabuona.
"Siamo zitelle." risposero quelle.
Fatabuona ci pensò su e pensa ripensa si stancò così tanto che si addormentò.
"Questa Fatabuona ci sembra fatabuona a nulla!" esclamarono le tre principesse depresse, ma come tutte le principesse depresse parlavano a sproposito.
Fatabuona, infatti, mentre dormiva fece un sogno. Un sogno così importante, ma così importante da farla svegliare di colpo.
"Ho avuto un'ispirazione!" urlò. Prese inchiostro e penna e scrisse alcune frasi su un foglio di carta. Poi ripiegò il foglio a forma di aeroplano e lo spedì sul naso delle principesse.
Il giorno dopo le tre ragazze chiesero di nuovo al re il permesso di sposarsi, ma lui ricominciò:
"Marina hai il naso a zucchina, Mariuccia hai la bocca a forma di buccia, Manuela hai la faccia fatta a mela."
E loro:
"Rimarremo senza marito."
E lui:
"Rimarrete zitelle."
"E che cos'è una zitella?" domandarono all'improvviso le tre principesse.
Il re ammutolì: non sapeva che cosa rispondere.
"E che cos'è una zitella?" chiesero ancora le tre principesse.
Il re riammutolì e riammutolì.
"Insomma, ci vuoi dire che cos'è una zitella?"
Allora il re, per non fare brutta figura, rispose:
"La zitella è una donna brutta, che nessuno vuol sposare."
Ma le tre principesse scoppiarono a ridere.
"No," dissero, "la zitella è una frittella. E se la zitella è una frittella io me la mangio in un colpo in padella. E se la padella è tonderella io mi ritrovo in un colpo bella."
Queste parole erano quelle che Fatabuona aveva spedito con l'aereo. Al sole pronunciarle ebbero il potere di far diventare il re rosso rosso, ma così rosso che fu scambiato da tutta la corte per un cocomero.
E la corte gli diceva:
"Re dispettoso, la tua rossa peluria pare proprio un'anguria."
Allora le principesse che non piangevano più, ma che anzi con l'aiuto di Fatabuona avevano imparato a ridere e a scherzare, decisero di cambiare tutte le parole senza senso che incontravano.
Così donna brutta divenne donna al gusto di frutta, zitella divenne frittella al gusto di cannella, donna senza marito divenne donna al gusto di candito.
Il re dispettoso, che aveva paura di sentirsi ancora dire "la tua rossa peluria pare proprio un'anguria", non disse più "Marina hai il naso a zucchina, Mariuccia hai la bocca a forma di buccia, Manuela hai la faccia fatta a mela" e permise che le tre principesse si sposassero.
Sette giorni dopo furono celebrate sfarzose nozze a cui fu invitata anche Fatabuona. E Marina e Manuela sposarono due principi dai capelli blu con cui vissero felici e contente.
Mariuccia, invece, non si sposò: si comprò una bacchetta magica, si tramutò in una fata e felice cantò:
Una fata a volte è 
al sapor di marmellata.
Una donna senza marito è
dolce al gusto di candito.
Venite piccini picciò
che la torta io vi fò.

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