– SIAMO IN QUINTA e l'esame che fa
battere il cuore, impallidire, sudare le mani,
quello che hanno superato anni fa i nostri
fratelli e gli amici dei nostri fratelli, per
fortuna è stato abolito! – abbiamo detto con
gioia all'inizio dell'anno. – Andremo alla
scuola secondaria senza superare nessuna
prova.
Ma Cin è stata inflessibile. O meglio, come
dice lei, forte e flessibile come una canna di
bambù, che si piega, se occorre, ma non si
spezza.
– Hanno abolito l'esame di quinta, ma
senza l'esame di quinta non potrete fare il
Grande Passo!
Per lei il Grande Passo è sapersi prendere
cura di se stessi e degli altri.
La prima volta che ci ha detto quelle parole
era settembre e la scuola era iniziata da una
settimana.
– Ecco quale sarà il vostro esame: andrete
in una prima e ognuno di voi racconterà una
storia a sua scelta. Una storia corta, se vorrà,
una storia che duri pochi minuti, se preferisce.
Farà come faccio sempre io quando vi
racconto una storia. Unirà il suo coraggioso
cuore a quello dei bambini che lo ascoltano.
I vostri maestri, i vostri esaminatori, saranno
i bambini piccoli.
Dopo un grande stupore, misto a trepidazione
e timidezza, abbiamo pensato tutti
che si trattasse di un'idea bellissima. Lo era
perché ci emozionava e ci esaltava.
Ora ripetiamo che sarà un esame felice
se riusciremo a non fare sbadigliare, starnutire,
grattare, agitare, correre, spidocchiare,
grufolare i bambini di prima che,
con poca o tanta pazienza, ci staranno a
sentire.
– Siamo sicuri che non si annoieranno? –
ci chiediamo con un'emozione forte che ci
scuote ma anche ci calma. – Siamo sicuri
che i bambini di prima rimarranno muti
ad ascoltarci, incantati dalla bellezza delle
parole. Dalla meraviglia e dallo stupore che
legherammo i loro cuori al nostro che narra.
– Quando sarete davanti a bambini piccoli
come piccoli siete stati anche voi, dovrete
fare innamorare il vostro pubblico, come funamboli
del circo, giocolieri della parola, che
non hanno paura di sbagliare, perché, anche
se sbagliano, sono pronti a rifare l'esercizio,
dieci, cento volte, fino a quando l'esercizio
non sarà perfetto. Il vero esame di quinta è capire
che nella vita si vince, si perde, ma bisogna
essere sempre pronti a dare la rivincita –
ripete Cin.
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