tutti giÙ dal tram

di Emanuela Nava

– SIAMO IN QUINTA e l'esame che fa battere il cuore, impallidire, sudare le mani, quello che hanno superato anni fa i nostri fratelli e gli amici dei nostri fratelli, per fortuna è stato abolito! – abbiamo detto con gioia all'inizio dell'anno. – Andremo alla scuola secondaria senza superare nessuna prova.
Ma Cin è stata inflessibile. O meglio, come dice lei, forte e flessibile come una canna di bambù, che si piega, se occorre, ma non si spezza.
– Hanno abolito l'esame di quinta, ma senza l'esame di quinta non potrete fare il Grande Passo!
Per lei il Grande Passo è sapersi prendere cura di se stessi e degli altri.
La prima volta che ci ha detto quelle parole era settembre e la scuola era iniziata da una settimana.
– Ecco quale sarà il vostro esame: andrete in una prima e ognuno di voi racconterà una storia a sua scelta. Una storia corta, se vorrà, una storia che duri pochi minuti, se preferisce.
Farà come faccio sempre io quando vi racconto una storia. Unirà il suo coraggioso cuore a quello dei bambini che lo ascoltano.
I vostri maestri, i vostri esaminatori, saranno i bambini piccoli.
Dopo un grande stupore, misto a trepidazione e timidezza, abbiamo pensato tutti che si trattasse di un'idea bellissima. Lo era perché ci emozionava e ci esaltava.
Ora ripetiamo che sarà un esame felice se riusciremo a non fare sbadigliare, starnutire, grattare, agitare, correre, spidocchiare, grufolare i bambini di prima che, con poca o tanta pazienza, ci staranno a sentire.
– Siamo sicuri che non si annoieranno? – ci chiediamo con un'emozione forte che ci scuote ma anche ci calma. – Siamo sicuri che i bambini di prima rimarranno muti ad ascoltarci, incantati dalla bellezza delle parole. Dalla meraviglia e dallo stupore che legherammo i loro cuori al nostro che narra.
– Quando sarete davanti a bambini piccoli come piccoli siete stati anche voi, dovrete fare innamorare il vostro pubblico, come funamboli del circo, giocolieri della parola, che non hanno paura di sbagliare, perché, anche se sbagliano, sono pronti a rifare l'esercizio, dieci, cento volte, fino a quando l'esercizio non sarà perfetto. Il vero esame di quinta è capire che nella vita si vince, si perde, ma bisogna essere sempre pronti a dare la rivincita – ripete Cin.

Torna indietro