La bambina strisce e punti

di Emanuela Nava

C'era una volta un uomo bianco che andò a vivere con il popolo della foresta. 
"Voglio vivere come voi. Sono un uomo robusto e voglio aiutarvi nella caccia." disse al capo di quel popolo.
Il capo lo guardò: "Sei un uomo robusto, ma porti gli stivali. Gli animali ti sentiranno mentre cammini e fuggiranno via."
L'uomo bianco allora si tolse gli stivali e seguì la caccia del popolo della foresta a piedi nudi. Ma i sassi e le spine dei cespugli ferirono i suoi piedi delicati. L'uomo bianco si fermò.
"Sono un uomo robusto, ma ho i piedi delicati e non posso aiutarvi nella caccia!" disse al capo.
"Se non puoi fare ciò che fanno gli uomini della foresta, puoi fare ciò che fanno le donne della foresta." disse allora il capo. "Da oggi raccoglierai i frutti degli alberi."
L'uomo bianco seguì le donne, le osservò, cercò di imparare. Ma la foresta era troppo grande e gli alberi e i cespugli così tanti, che ogni volta che l'uomo bianco raccoglieva un frutto o un'erba si confondeva: e invece di un frutto maturo raccoglieva un frutto acerbo, e invece di un'erba buona raccoglieva un'erba velenosa.
"Non so fare il lavoro delle donne." disse allora l'uomo bianco al capo.
"Se non puoi fare ciò che fanno le donne della foresta, farai ciò che fanno i bambini maschi della foresta." rispose il capo.
I bambini maschi della foresta davano la caccia ai lombrichi e alle lucertole. L'uomo bianco li seguì. Ma provava ribrezzo per i lombrichi, e le lucertole erano troppo veloci e lui non riusciva ad acchiapparle.
Dopo dieci giorni di caccia, catturò solo cinque lombrichi magri.
L'uomo bianco andò dal capo. 
Il capo sorrise e disse: "Se non puoi fare ciò che fanno i bambini maschi della foresta, farai ciò che fanno le bambine femmine della foresta."
Le bambine raccoglievano le uova di struzzo. L'uomo bianco accompagnò le bambine a un nido. Prese un uovo grande come una palla e aspettò.
Una delle bambine afferrò l'uovo e lo ruppe con una pietra pesante, poi cucinò una frittata lunga tre braccia e la offrì alle nonne del popolo della foresta. 
Quindi con un osso che terminava a punta divise il guscio chiaro in piccoli pezzetti grandi come un fagiolo. Poi, con molta attenzione, bucò ogni pezzetto al centro, e con una foglia lunga e forte come una corda, infilò le pietrine di uovo di struzzo e fece una collana.
"Ora prova anche tu." disse la bambina all'uomo bianco.
L'uomo bianco prese l'osso che terminava a punta e andò a raccogliere dal nido un altro uovo di struzzo.
Il guscio dell'uovo era pesante e duro da rompere. Ma l'uomo si sedette all'ombra di un'acacia e con calma e molta precisione tagliò il guscio in mille pezzettini e fece una collana lunga due braccia.
"So fare quello che fanno le bambine della foresta." disse al capo, portandogli la collana di uovo di struzzo.
Il capo lo osservò e esclamò: "Hai fatto quello che dovevi. Benvenuto tra di noi. Solo chi ha la grazia di una bambina può chiamarsi veramente uomo o donna."
Allora l'uomo bianco guardò la sua collana di uovo di struzzo e capì. Ciò che distingue un essere umano da una gazzella o da un ghepardo è la possibilità di pensare con le mani. I leoni sanno cacciare, e le giraffe sanno riconoscere i frutti buoni da quelli velenosi, ma nessun animale sarà mai capace di fare una collana di uovo di struzzo. Perché per foggiarla non sono necessarie forza fisica, fiuto o astuzia. Ma solo la grazia di due piccole mani.

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